I Fondatori
Una delle più recenti sezioni del museo è dedicata ai fondatori del museo:
MARIA ADRIANA PROLO (1908-1991): collezionista e studiosa di storia del cinema muto, nata a Romagnano Sesia il 20 maggio 1908 e morta il 20 febbraio 1991. La sua attività di creatrice e di direttrice del Museo nazionale del cinema di Torino, la proietta nel mondo internazionale della Fédération International des Archives du Film, la FIAF, in cui opera lungamente come una delle personalità più autorevoli. La Prolo può essere legittimamente considerata come una delle prime persone (con Einar Lauritzen e Henri Langlois) ad avere avuto l'idea di costituire non solo cineteche, per conservare i film, ma anche musei del cinema, per raccogliere un patrimonio legato al cinema in tutte le sue manifestazioni.
CARLO DIONISOTTI (1908-1998): critico letterario, italianista e filologo di grande autorevolezza si è dedicato principalmente allo studio del Quattrocento e del Cinquecento indagando, con sicuro metodo, la storia della letteratura e della filologia italiana. Insegna alle scuole secondarie (dal 1932 al 1946) e all’università (prima lettore d’italiano ad Oxford e poi professore all’Università di Londra); collabora alla scrittura dell’enciclopedia Treccani e di altri volumi di filologia italiana, ancora oggi molto utili agli studiosi della lingua italiana.
FERNANDA RENOLFI (1925-2002): insegnante elementare, fin dai primi anni del suo insegnamento si è sempre dimostrata una docente aggiornata e moderna con le sue tante proposte di esperienze nuove e l'uso di metodi didattici innovativi e coinvolgenti per i suoi allievi, con richiami al mondo della fantasia, della storia e delle tradizioni popolari.



Giocattoli
La collezione comprende circa 200 pezzi che si possono collocare tra gli inizi e gli anni Sessanta del ‘900. I giocattoli sono soprattutto di origine borghese e femminili, recuperati in gran parte da Maria Adriana Prolo, fondatrice del museo. Il percorso continua con giocattoli diversi da quelli della Prolo bambina, con tipologie e materiali differenti, attraverso il cambiamento sociale fino al boom economico.
Completano l’esposizione giochi di origine artigianale (come i tricicli in legno, le marionette, i cavalli a dondolo, le bambole in bachelite, cartone e plastica), donazioni di privati.
I mestieri
Proseguendo nella visita, si incontrano le ricostruzioni delle botteghe artigiane con le attrezzature tipiche dei mestieri tradizionali: dalla lavandaia al ciabattino, dall’arrotino al materassaio, dal norcino al sellaio, dal carradore al bottaio.
Venerdì Santo
La Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo ha origine il 17 aprile 1729, il giorno di Pasqua, con l’istituzione della Congregazione del Santissimo Enterro, nome derivante dallo spagnolo entierro (sepoltura, Santo Sepolcro). La Confraternita, presieduta da un priore con nomina annuale, era composta di trentatré uomini che portavano in processione, nella sera del Venerdì Santo, le statue del Cristo e della Vergine Addolorata.
All'interno del museo una sala, munita di allestimento multimediale e interattivo, restituisce tutta la carica emotiva e spettacolare della rappresentazione, riproposta negli anni dispari.
Per avere maggiori informazioni sul Venerdì Santo: CLICCA QUI
Civiltà contadina
“... oggetti e cose, attrezzi e strumenti, di una vita di lavoro che hanno l'anima e ancora ci parlano di lavoro, sudore e sacrifici”
Aratri, seminatrici, torchi e molti altri oggetti, raccolti grazie a donazioni private, ed esposti nel vecchio fienile di Villa Caccia, guideranno i visitatori alla scoperta dei molteplici aspetti della faticosa vita dei contadini della bassa Valsesia e delle Colline Novaresi.