UN PO' DI STORIA

Un po' di Storia

“Afferrare al volo qualcosa che stava sfuggendo”, salvare un mondo, preservare la memoria, la vita, la sapienza di un territorio.

Sono i primi anni Settanta e la maestra Fernanda Renolfi ha le idee ben chiare. Non è sola: accanto a lei Adriana Prolo, l’amica fidata, compagna di tante passeggiate. Camminando si discute, si ricorda, si ragiona. Lei sì che di musei la sa lunga!

Per il “suo” Museo, quello del Cinema a Torino, ha lottato con le unghie e con i denti. Adriana è così: lei non sogna, progetta… e i progetti diventano ben presto azioni.

Così le due donne iniziano a raccogliere gli oggetti di quel mondo contadino ancora così vivo nella loro mente, per salvarne la memoria. Ma non solo, ogni aspetto della vita quotidiana tra Ottocento e i primi del Novecento interessa le due donne.

Adriana colleziona giocattoli e al Museo regala le bambole con le quali lei e le sue sorelle giocavano negli ormai lontani giorni dell’infanzia. A sostenerle, Carlo Dionisotti, “il Professore” stimato da tutti, tornato da Londra nella sua Romagnano. 

Ma dove sistemare tutti quegli oggetti? Dove allestire un museo? Giuseppe Tinelli mette a disposizione un edificio di sua proprietà, un’antica casa contadina, a due passi da piazza Libertà a Romagnano. È perfetta. Gli amici, i collaboratori non mancano: chi aiuta a riordinare gli spazi, chi porta oggetti, chi racconta e descrive tradizioni, chi accoglie e assiste il pubblico. 

Nel 1975 il Museo viene aperto al pubblico ed è una grande festa. Comincia un’avventura fatta di memoria, di ricerca, di collaborazione, di passione.

Ad animare il gruppo, a sostenerlo e a nutrirlo, Carlo Brugo, con il suo impegno nella ricerca storica, la sua tenacia e il suo amore per il Museo.

Nel 2006 il Museo trova una nuova sede: Villa Caccia. L’affascinante villa antonelliana, di proprietà del Comune, si rivela il luogo ideale per l’avvio di una nuova fase. Viene scelta l’ala Est, che già in origine era sede di attività agricole e questo luogo consente non soltanto l’attività museale, ma anche di aprire il Museo ad altri enti e associazioni, inaugurare un’offerta didattica per le scuole, organizzare eventi.

Da allora il Museo è al centro di molteplici attività, che ne fanno non solo un luogo in cui si conserva e valorizza il patrimonio etnografico, ma nel quale si racconta un intero territorio.